Figli degli Spot: I bimbi crescono in fretta

La pubblicità cambia il loro sviluppo
UN TRONISTA PER MAESTRO – Derive ineluttabili? «Nessuna epoca è paragonabile a quella che stiamo vivendo. Mai tante intelligenze creative hanno concentrato i loro sforzi sulla manipolazione delle menti. E i minori sono le vittime più facili», denuncia Anna Oliverio Ferraris nel libro La sindrome Lolita, perché i nostri figli crescono troppo in fretta. «Pubblicitari, protagonisti di reality e tronisti stanno diventando gli educatori dei nostri figli – continua la psicoterapeuta dell’età evolutiva -. Nonostante i risultati sotto gli occhi di tutti, non facciamo nulla per proteggere le nuove generazioni. E così i ragazzi crescono troppo in fretta. Senza gli strumenti emotivi per gestire tanta libertà». L’influenza della tv (e degli altri media) sui tweens (la generazione tra i 9 e i 12 anni) è documentata da un florilegio di indagine, test e ricerche. «Il processo di fidelizzazione alle marche comincia già dai due anni», fa notare Oliverio Ferraris. E le vendite dei prodotti rivolti ai più piccoli fanno da cartina di tornasole. Da pochi giorni a Firenze si è concluso Pitti Bimbo e gli addetti ai lavori ammettono per primi che il segmento dell’abbigliamento rivolto ai ragazzi è quello che tiene meglio in un mercato della moda che vive tempi difficili. Stesso discorso per snack e merendine rivolte ai più piccoli. Rita Querzè 02 luglio 2008
Corriere della Sera Rita Querzè
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L’influenza della televisione sul comportamento dei bambini è un tema molto dibattuto su cui psicologi, pedagosisti e pediatri si impegnano per dare delle risposte esaustive ai dubbi dei genitori. L’atteggiamento dei bambini nei confronti del mezzo televisivo dipende dalle abitudini familiari e dalle regole che i genitori ritengono importanti relativamente al suo utilizzo. Per alcuni la televisione è un qualcosa da evitare e c’è chi sceglie di non farla proprio entrare nella vita quotidiana della propria famiglia. Per altri invece talvolta è un surrogato genitoriale che può, all’occorrenza, sostituire un adulto intrattenendo temporaneamente i bambini. Chi ha ragione? La televisione è davvero tutta da bandire? Ha davvero solo un influenza negativa sui nostri figli? C’è qualcosa da salvare? I genitori hanno una responsabilità importante relativamente all’uso che i propri figli fanno della televisione e hanno il dovere di affiancarli e accompagnarli nella fruizione di un mezzo che ormai accompagna la nostra quotidianità. Noi adulti infatti possiamo scegliere COME – COSA – QUANTO far guardare ai bambini in tv . COME: I bambini, soprattutto se molto piccoli, non hanno strumenti per interpretare cosa vedono in tv, e la presenza di un adulto è fondamentale per decodificare i messaggi televisivi e per aiutare i piccoli a distinguere tra realtà e finzione. I bambini non dovrebbero mai essere lasciati soli davanti alla televisione e il genitore deve sempre sapere cosa il figlio sta guardando in quel momento. COSA: Non tutti i programmi televisivi sono uguali, questo ci consente di valutare la gamma dei programmi disponibili e fare una scelta anche in relazione alle peculiarità del nostro bambino, alla sua età, al suo grado di sensibilità e alle sue preferenze. Ci sono dei programmi che più di altri hanno una finalità educativa e didattica, questo può orientarci nella valutazione e nella scelta finale. QUANTO: I bambini hanno bisogno di tanti stimoli, e la televisione deve diventare nella quotidianità di un bambino, solo una delle tante cose da fare e non la sola! I bambini hanno bisogno di disegnare, di giocare all’aria aperta, di ascoltare le storie, di fare dello sport, di stare con i loro coetanei, di stare con i loro genitori, e così via! In una giornata così piena a ricca quanto tempo rimarrà per guardare la televisione? Davvero poco! E’ importante poi ribadire che niente è più bello e attraente per un bimbo che un gioco fatto con il suo papà o con la sua mamma! Questo contributo non vuole dare delle regole, non esistono regole vere e valide in assoluto per tutti, ma solo delle indicazioni di massima, perché nessuno meglio di un genitore conosce il proprio figlio e nessuno meglio di lui può, partendo dall’unicità del suo bambino, sapere di cosa il proprio figlio ha bisogno! Dott.ssa Maria Rita Sireus
Dott.ssa M.R. Sireus

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